L’infarto, noto anche come attacco di cuore, è una patologia che interessa un elevato numero di italiani.
Ogni anno, infatti, si contano fino a 120.000 casi di infarto del miocardio, l’11% dei quali si rivela fatale. La prevenzione è senza dubbio indispensabile per evitare di incorrere in questa patologia ma altrettanto importante è riconoscere i sintomi per approntare un intervento efficace.
Il tempismo è davvero indispensabile per sperare di sopravvivere se colti da infarto.
Vediamo insieme cos’è e come si riconosce l’infarto:
L’infarto, o più propriamente l’infarto miocardico acuto, si verifica a causa di un problema nel sistema cardiocircolatorio. Il cuore, per funzionare correttamente, ha bisogno di un costante apporto di sangue, che fluisce al suo interno attraverso le arterie.
Quando una di queste arterie che vanno verso il cuore si ostruisce, per motivi che vedremo più avanti, il flusso si arresta e non raggiunge più il muscolo cardiaco. Quando questo accade il tessuto del cuore si danneggia e inizia a morire (diventa necrotico), perché alla parte interessata non arriva più l’ossigeno che viene trasportato nel flusso sanguigno.
È di vitale importanza, quindi, far ripartire il più in fretta possibile il sistema circolatorio per avere minori danni al tessuto cardiaco ed assicurare al cuore la possibilità di riprendere il suo funzionamento ottimale.
I primi sintomi dell’infarto sono molto tipici e, se ben valutati, permettono di mettere in atto una rapida azione per evitare conseguenze irreversibili.
Il primo sintomo è il senso di oppressione al petto (angina pectoris). Contrariamente a quanto si crede, infatti, il dolore provocato da un infarto non è acuto (come una spina che lacera il petto) ma è un senso di pesantezza che si manifesta nella parte alta del torace e dietro allo sterno.
Molto spesso viene confuso con il dolore provocato dalla cattiva digestione, ma se questo persiste e diventa più intenso fino a rendere difficoltosa la respirazione è meglio effettuare degli accertamenti. È tipico anche che questo dolore si irradi colpendo zone limitrofe come le braccia e le mani.
Molto spesso il dolore si accompagna anche a nausea, sudorazione fredda e un senso di spossatezza e affaticamento.
Cosa fare quando questi sintomi si manifestano?
Come abbiamo già avuto modo di dire la tempestività è la prima cura dell’attacco di cuore. Anche i secondi sono importanti durante un infarto e, proprio per questo, la prima cosa da fare è chiamare il 112.
Mettersi al volante per raggiungere il pronto soccorso più vicino con un infarto in corso, infatti, non è prudente né per se stessi né per gli altri. Se durante la guida si viene colti da malore, il rischio è quello di sbandare con la propria auto e provocare incidenti.
Meglio allora rivolgersi al personale specializzato in servizio presso il Pronto Intervento che, oltre ad allertare l’ambulanza più vicina, consiglierà telefonicamente la persona colta da infarto su come comportarsi in attesa dei soccorsi.
Due consigli utili molto semplici sono: stare seduti con il busto eretto per facilitare il flusso dell’ossigeno nel corpo ed evitare gli sforzi.
Chi è già in terapia con nitroglicerina deve assumerne una compressa da mettere sotto la lingua, chi invece ne è sprovvisto può prendere una semplice aspirina che, con la sua azione, aiuta a fluidificare il sangue per agevolarne il passaggio attraverso le arterie.
Una volta arrivati i soccorsi bisogna descrivere attentamente i propri sintomi e la propria storia clinica per permettere agli operatori sanitari di mettere in atto le cure più adeguate.
Chi si trova a dover soccorrere qualcuno colto da infarto deve seguire le stesse indicazioni: chiamare un’ambulanza e, se la persona è cosciente, metterla in posizione seduta con il busto eretto, chiedergli se ha con sé dei farmaci che possano aiutarlo e assisterlo in attesa dei soccorsi.
Se la persona non è cosciente e non si è in possesso delle primarie nozioni di primo soccorso è meglio non toccare la persona colta da infarto in quanto si rischierebbe di peggiorare la situazione: il massaggio cardiaco praticato da chi non è in grado di farlo non solo è inefficace ma può risultare dannoso.
Può essere invece utile praticarlo seguendo attentamente le istruzioni telefoniche fornite dal personale sanitario del 112, che fornirà istruzioni sul numero di massaggi da praticare, sulla frequenza e anche sull’intensità. Il massaggio cardiaco è davvero molto utile perché aiuta a rimettere in funzione
Ma quali sono le cause che portano all’infarto e come si può prevenire?
Esistono cause genetiche che possono predisporre all’infarto ma non bisogna dimenticare che lo stile di vita è quello che condiziona maggiormente la salute del nostro cuore. Sovrappeso, alcool e fumo possono danneggiare le arterie e favorire l’accumolo di colesterolo e di altre sostanze all’interno delle stesse.
Uno stile di vita sano e dei controlli frequenti una volta raggiunti i cinquant’anni di età (ecografia delle carotidi ed elettrocardiogramma, oltre ad una visita dal cardiologo) servono a prevenire l’insorgenza di infarti ed evitare di andare incontro a rischi gravi per il proprio organismo.