In una società in cui il consumismo di massa è alla base del vivere quotidiano, anche il rapporto tra essere umano e cibo ha subito dei cambiamenti, così come l’educazione alimentare, il modo di mangiare e la percezione di quanto il nostro organismo abbia davvero bisogno di cibo.
Se ai tempi dei nostri nonni e bisnonni, il cibo era considerato come fonte di sopravvivenza, si mangiava per vivere, nella moderna società industrializzata è diventato un ulteriore elemento di veloce gratificazione e di benessere fisico.
Non è un caso, quindi, che la dieta dei maggiori Paesi industrializzati sia ricca di calorie; basti pensare alla disponibilità di cibi pronti, ai fast food o agli snack, la stragrande maggioranza dei quali contengono più carboidrati raffinati e grassi che fibre e sono alla base dell’allarme obesità nel mondo. Pensiamo alle malattie causate dal colesterolo in eccesso!
L’esempio americano
Gli Stati Uniti, anche grazie al loro alto livello di benessere, sono in cima a questa triste classifica, con oltre un terzo della popolazione affetto da obesità e una percentuale del 25% tra bambini e adolescenti.
Un cittadino su tre presenta un indice di massa corporea (peso÷altezza) tra il 30 e il 39.9 (oltre si entra nella fascia dell’obesità grave), alla cui base sta uno stile di vita errato. Le cause dell’obesità, infatti, sono molteplici, a partire dalla sedentarietà, dall’eccessivo consumo di alimenti ipercalorici, ma anche da una disposizione genetica.
Proprio per questo motivo sarebbe più opportuno prevenire l’obesità piuttosto che curarla, perché l’organismo, quando acquista peso, fornisce un’opposizione naturale alle varie diete dimagranti, cosicché ogni volta che cerchiamo di ridurre l’apporto di calorie, l’organismo compensa questa mancanza aumentando la sensazione di fame e riducendo la quantità di calorie bruciate durante il riposo. Questo è il motivo per cui i medici raccomandano di affiancare alla dieta l’attività fisica.
Come affrontare l’obesità:
Alla base di un serio contrasto all’obesità c’è il cambiamento delle proprie abitudini: chi vuole perdere peso deve cambiare i propri comportamenti alimentari e aumentare l’attività fisica. Una dieta personalizzata è sempre la strada migliore da seguire, non esistono ricette miracolose o maghi, ci vuole soltanto tanta buona volontà e la capacità di capire quanto faccia bene alla propria salute dimagrire.
Il nostro organismo, infatti, non ha bisogno della quantità di cibo che ingurgitiamo ogni volta che ci sediamo a tavola, per cui capirne i reali bisogni sta alla base di una dieta equilibrata. Il necessario apporto calorico giornaliero varia da persona a persona e qui entra in ballo l’importanza di avere un dietologo che possa indirizzarci nella giusta direzione.
Per capirci, un omone di un metro e novanta e magari un passato da atleta, non avrà certamente lo stesso bisogno di calorie giornaliere del cugino di un metro e settanta per sessanta chili. Il medico potrà indicarci il numero preciso di calorie giornaliere da assimilare e, di conseguenza, una dieta personalizzata.
La parola d’ordine è, quindi, personalizzazione, perché ognuno di noi è diverso. Gli unici consigli che potrebbero adattarsi a tutti sono: consumare pasti ridotti e scegliere con cura gli spuntini (o evitarli proprio), preferire frutta e verdura ai carboidrati (ma non toglierli), non saltare la colazione, preferire le proteine magre (petto di pollo, pesce) a quelle più grasse, eliminare le bevande ipercaloriche e limitare l’alcool.
- L’attività fisica
Tutto quanto scritto finora, però, avrebbe poco impatto se non accompagnato da un’attività fisica. Non è necessario iscriversi in palestra o praticare sport (seppur sempre consigliabile, soprattutto ai bambini), ma è sufficiente cambiare alcune abitudini della nostra vita.
Utilizzare le scale e camminare a piedi, per esempio, visto che camminare a passo sostenuto permette di consumare circa quattro calorie al minuto, appena due in meno di chi, invece, preferisce correre.
In linea di massima, si dovrebbe camminare almeno 150 minuti a settimana per mantenersi in forma e far bene alla salute, da 300 a 360, invece, se si vuole perdere peso, sostituibili con 150 minuti a settimana di attività aerobica.
- Cambiare, cambiare, cambiare
Affrontare una dieta, in particolare quando si devono perdere tanti chili, è una sfida difficile.
Per questo motivo, è essenziale sentirsi pronti a un cambiamento di vita e di abitudini, volerlo con forza e identificare quelli che potrebbero essere gli elementi disturbanti di questo complesso processo (fonti di stress, rapporti interpersonali, obiettivi individuali).
La mente della persona a dieta deve entrare nell’ottica che il cambiamento che sta affrontando non sarà limitato nel tempo (perdo venti chili e poi torno a fare come prima), ma un radicale mutamento della propria vita e della visione della stessa, un po’ come succede a chi affronta un trauma e ne esce, fortunosamente, ancora vivo.
Ecco, non siamo a questi estremi, ma l’approccio deve essere simile. Bisogna voler cambiare.