Il cuore è un organo costituito da cellule muscolari, pertanto si può affermare che si tratta di un vero e proprio muscolo. Si trova al centro del petto, più precisamente nel mediastino all’interno del torace. Il muscolo cardiaco anche detto miocardio, si contrae favorendo la propulsione del sangue, che viene distribuito così ai vari organi del corpo, ai quali porta l’ossigeno. Lo stimolo, affinchè avvenga la contrazione e il successivo rilassamento del muscolo cardiaco, parte dall’atrio destro dove si trova il cosiddetto nodo del seno-atriale.
Da qui partono perciò gli stimoli elettrici, che vengono diffusi lungo una rete elettrica di conduzione nervosa, per cui il cuore è in grado di far partire la contrazione cardiaca autonomamente. Se questi stimoli elettrici si alterano a causa di qualche patologia sottostante si ottiene un ritmo di contrazione cardiaca alterato, si parla perciò di aritmie. Tra le aritmie più frequenti c’è la tachicardia e la bradicardia.
Tachicardia – Di cosa si tratta?
La tachicardia è una condizione di alterata frequenza cardiaca, per cui il cuore batte ad un ritmo più veloce rispetto alla norma. I battiti cardiaci a riposo normalmente rientrano in un range di circa 60/90 battiti al minuto, per cui valori di frequenza cardiaca che superano questi parametri risultano essere indice di una tachicardia. Anche l’etimologia del nome “tachicardia”, che deriva dal greco, indica proprio un cuore che batte velocemente: tachys (veloce, accelerato) e kardia (cuore).
Viceversa quando il cuore batte ad un ritmo più lento del normale si parla di bradicardia. Quest’ultima risulta essere molto meno pericolosa rispetto alla tachicardia, perchè un cuore bradicardico è spesso indice di un muscolo cardiaco ben allenato. Gli sportivi solitamente vantano infatti di avere un cuore bradicardico. La tachicardia invece è una condizione patologica, che può portare ad ulteriori problemi, per cui bisogna sempre indagare sulla causa sottoponendosi ad una visita cardiologica specialistica.
Come accorgersi se c’è tachicardia?
I sintomi più frequenti di una tachicardia possono essere rilevati a riposo o durante un’attività fisica più o meno intensa, come una camminata o un allenamento sportivo. Il cuore inizia a battere con una frequenza più elevata e la sensazione principale è generalmente quella di sentire il cuore battere nel petto, le cosiddette palpitazioni. Un altro sintomo associato alla tachicardia può essere la dispnea ossia la difficoltà a respirare, come se l’aria inspirata non arrivasse in fondo ai polmoni.
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Quest’ultima nei casi più importanti può associarsi alla tachipnea cioè ad una frequenza respiratoria aumentata. Il cuore che batte velocemente apporta meno ossigeno agli organi del corpo, per cui questi ne risentono dando origine a sintomi correlati; per esempio il cervello riceve meno sangue ossigenato, per cui la persona che soffre di tachicardia può andare incontro a svenimenti meglio conosciuti in gergo medico come sincopi. Infine le vertigini e il dolore toracico sono altri sintomi che possono essere correlati ad una tachicardia. In alcune persone la tachicardia risulta assolutamente asintomatica, in tal caso è possibile scoprirne la presenza solo durante una visita di routine.
Quali sono le cause della tachicardia?
Le cause della tachicardia sono molteplici, è comunque importante cercare di individuarle al più presto appena si avvertono i primi sintomi, rivolgendosi al proprio medico. Innanzitutto il tabacco, l’alcol, le bevande contenenti caffeina, le droghe sono tutte sostanze che interagiscono con lo stimolo elettrico del cuore, alterandone il ritmo. La tachicardia può essere secondaria ad altre patologie sottostanti che non riguardano direttamente il cuore, come per esempio problemi alla tiroide, la pressione alta, l’anemia.
Ovviamente in questi casi è necessario curare la patologia primaria per ottenere una remissione anche della tachicardia. Altre due cause di tachicardia possono essere una condizione di stress continuo che a sua volta genera ansia e la febbre che non è una malattia ma una reazione di difesa dell’organismo. Durante un episodio febbrile la temperatura si alza e contemporaneamente si alza anche la frequenza respiratoria e cardiaca, andando incontro a tachipnea e tachicardia.
Infine nei casi più gravi la tachicardia è dovuta ad una patologia cardiaca, che induce un’anomalia del tracciato elettrocardiografico, come nel caso della tachicardia sinusale, ventricolare, sopra-ventricolare e nelle fibrillazioni atriali e ventricolari.
Diagnosi e cura:
L’esame d’elezione per diagnosticare la tachicardia è l’ECG, cioè l’elettrocardiogramma, che rileva tramite sensori elettrici (assolutamente innocui) posti sul corpo del paziente gli impulsi di conduzione cardiaca. A volte anche gli esami del sangue aiutano nella diagnosi di patologie sottostanti. La terapia medica conservativa consiste nell’assunzione di medicinali antiaritmici, calcio antagonisti e farmaci betabloccanti, che agiscono risolvendo la tachicardia e riducendo il rischio che si ripresenti. In alcuni casi particolari a rischio di infarto o ictus, si interviene con la chirurgia, tramite l’ablazione cardiaca, che prevede la distruzione delle aree che inducono in modo alterato lo stimolo elettrico.